Nell'ala nord di Palazzo Costanza, al piano superiore dove vi sono gli appartamenti privati della nobiltà, una porta in legno di rovere a cassettoni introduceva direttamente nello studio privato della Baronessa di Sasso Corbaro.
Due ampi arazzi troneggiavano sulla parete alternandosi alle ampie finestre, un'anticamera unita all'intero ambiente invece faceva da solotto ed il camino nella parete laterale fornendo un'atmosfera raccolta.
La scrivania in noce e avorio insieme allo scranno raccoglievano tuttavia il vero lavoro di quella sala, meglio definita come la Sala d'Ambra, in onore ai colori caldi ed armoniosi nei toni del marrone.
Ed era proprio in quella sala che la maggior parte delle decisioni di carattere amministrativo, commerciale e diplomatico venivano prese dalla Baronessa e dall'adorato consorte riguardo le attività in cui si vedevano entrambi impegnati.
Maria Costanza, che per l'occasione aveva scelto un vestito di leggere sete color avorio e prugna a motivi damascati , sedeva tranquilla a riflettere, in attesa dell'arrivo degli ospiti.
Alle visite ufficiali nella Sala d'Ambra, cariche di tensione continua per le decisioni da prendere, si alternavano anche quelle amichevoli riservate soltanto alle conoscenze più strette e liete, visite proprio come quella che sarebbe avvenuta a breve, testimonianza di una futura unione d'amore.
Con questi pensieri continuò a lavorare certa che da lì a poco Dionigi sarebbe entrato ad annunciarle gli importanti ospiti.