Arrivo dello Splendido Barone

- Dunque Signori, all'ordine del giorno vi sono i registri conta... -

- Messer Maresca, Messer Maresca, all'arme, all'arme!!!! -

Crucciato e,ancora con gli occhi rivolti ai carigli sul tavolo in sala della fenice, alzai lo sguardo verso il ragazzotto appena entrato senza nemmeno l'accortezza di bussare.

- Dionigi, di grazia, posso sapere cosa ti ha portato a sbraitare in questa maniera da porcaro di piazza? -

Solo il mio sguardo, seccato, poteva già sembrare più che eloquente, sempre più spesso mi chiedevo come potesse la Baronessa prendere a servizio un tale esempio di stupidaggine.

- Messer Maresca perdono perdono, uomini sei cavalieri di cui uno, il primo davanti agli altri, porta uno stendardo con un leone.... e sono quasi al portone! -

Ascoltai attentamente, poi, congendandolo, calcolai quanto fosse necessario ad una prima difesa fosse, per il disgraziato augurio, un tentativo di assalto al Palazzo.

Dovetti, con sommo dispiacere, sciogliere la collegia e, a passo svelto ma non troppo, recarmi al portone d'ingresso per comprendere le intenzioni dei nuovi arrivati, nel mentre per i corridoi impartii ordini alle guardie di dirigersi verso l'armeria e preoccuparsi di preparare, in maniera assai discreta, una sommaria difesa.

Ancora all'ingresso, schermato dalla grande porta d'entrata, armato di buonsenso e il solito vecchio sangue freddo, attesi, pensando alla sicurezza della Signora, che le guardie fuori il portone facessero il loro lavoro.

"Altttttttttt" esclamò l'uomo al centrodel gruppo, gli altri cavalieri prontamente arrestarono la corsa dei loro destrieri e il gruppo compatto si fermò.

erano a pochi passi dal portone del Palazzo

"Aspalgor, vai dalle guardie e dì loro che Lo splendido Barone è qua, digli anche di avvisare la Loro Padrona"

Subito lo scudiero saltò giù da cavallo e si avviò verso il Portone. Gli altri Cavalieri parlavano tra di loro e bevevano acqua fresca; Lui scrutava il palazzo e l'ambiente circostante era un bel posto ,pieno di fiori e alberi, un bel palazzo

Da fuori l'avanzata dei cavalieri, diventata sempre più vicina, si fermò all'ordine di quello che doveva essere il capo.

Sentii un uomo parlare senza distinguere il discorso e infine, dopo tre battiti come d'etichetta alla porta, il capo guardia mi informò dell'arrivo di un ospite.

Lo Splendido Barone, ha detto.

Ed io lo conosco questo splendido, altra persona che non capisco come possa essere amica della mia Signora.

Sfoggiando un perfetto sorriso uscii a mia volta sfoggiando la grazia degli insegnamenti ricevuti.

- Vostra Grazia è il benvenuto a Palazzo Costanza, la Baronessa è nello studio, lo stalliere di corte si occuperà dei cavalli, le vostre persone invece possono seguirmi.. - mormorai cortese.

- Per di qua Vostra Grazia.. - dissi precedendolo con un gesto di aperto invito ad entrare.

Lo stalliere Franceschino De Carri ed il seguito dei garzoni non sfuggirono al mio sguardo severo benchè fossero ancora distanti, i cavalieri smontarono da cavallo mentre il Barone, aggraziato come pochi uomini prima avevo visto, mi seguì senza troppe cerimonie.

Sala Zaffiro, sala udienze della Baronessa.

Mi è sempre piaciuto l'arredamento scelto dalla mia Signora, in fatto di grazia e raffinatezza non si può dire che non sia la migliore.

Il Barone mi ha seguito, l'ho visto guardarsi intorno soddisfatto, ha compreso sicuramente con quanta cura la Signora ha scelto ogni angolo di questo Palazzo.

Giunti al secondo piano busso leggermente, una guardia apre e dico all'usciere di annunciarci, come sempre la Baronessa sta ricevendo persone, oggi l'udienza era fissata con il Capitano della Black Rose, il Marchese Lucas Victor Kenlis di York.

Tre battiti del bastone dorato fanno correre il suo sguardo dal Capitano a me e al Barone William Wallace, la vedo sorridere con estrema discrezione prima di scusarsi e congedare il Capitano, evidentemente il colloquio era finito.

La sua mano ci fa cenno di avanzare....

- Capitano, ditemi, sarebbe possibile passare da qui.. -, indicando un punto preciso sulla mappa, - per arrivare qui e ritornare con un carico di sete e broccati? -

Seduta sullo scranno rialzato e suntuoso del salone ascoltava attentamente le parole del Marchese, di navi non era esperta quanto il marito ma si stava adoperando a modo suo, gli studi della navigazione procevano ed iniziava a comprendere molto di più rispetto al mese precedente.

I contratti da onorare con la Turchia, il trittico commissionato a Donna Borgia, la ristrutturazione nello studio richiesta all'Alberti....

I tre colpi, come da etichetta, richiamarono la sua attenzione verso l'usciere.

- Il Gran Camerlengo Gianpaolo Maresca e lo Splendido Barone di Tirano William Wallace -

Un sorriso le spuntò naturale non potendo nascondere il piacere nel ricevere la visita di uno dei suoi più cari e sinceri amici.

Scusandosi e congedando il Capitano, che comprese immediatamente, si alzò facendo segno di entrare.

Il Maresca si inchinò cedendo il passo al Barone, lei andandogli incontro lo abbracciò mettendo da parte i buoni usi di corte.

- William finalmente sei venuto a trovarmi.. solo però, è ora che ti trovi una compagna degna di te che ti accompagni e con cui io possa sparlare.. -, gli disse ridendo, stava scherzando ma non così tanto tuttavia, per il momento, avrebbe lasciato cadere l'argomento.

- Raccontami tutto -, lo incalzò invitandolo a sedersi, il tavolo del Consiglio in sala udienze per ora sarebbe andato benissimo, in seguito gli avrebbe mostrato tutto il Palazzo.

In questo il pensiero corse al marito in ritiro presso un convento di massa, l'avrebbe voluto vicino per mostrare orgogliosa quello che avevano creato.

Distogliendosi ma non del tutto un servo li raggiunse portando vino e frutta, avevano tante cose di cui parlare.

Entrarono nella stanza dopo essere stati annunciati da tre colpi di Bastone, Lei era la,sul trono come una Duchessa o Principessa o Reggente.

Stava parlando con un Nobile, William non conosceva quella persona ma subitò appena ella gli sorrise questo si fece da parte.

La sala non lasciava niente al caso era proprio una sala di Comando, dove Maria Costanza dirigeva tutti i suoi traffici e commerci, sembrava prorio una Corte,sembrava di stare come quando Lui è stato per qualche giorno Sceriffo del Ducato di Modena, serviti e riveriti.

Lei lo accolse con una battuta sul Matrimonio e su prendere moglie lui prontamente rispose :

”Mia Cara lo sapete che sono restio a questo tipo di cose aristoteliche e amorose,sapete quanto io ami la mia Spada e quanto la tradisca con la mia Ascia, e poi Voi siete già occupata …” disse con un sorrisetto sulla bocca.

Era la prima Volta che Il Barone andava a trovare la Baronessa,erano molto amici si volevano molto bene,ma si vedevano molto di rado,ogni tanto si scrivevano ma poche volte.

Si sedetterò attorno al tavolo e subito Lo Splendido iniziò

”Mia Cara bando alle ciance, sono corso appena ho saputo di quello che è successo, il processo per tradimento del quale siete accusati e sono qua per sostenervi con tutti i mezzi che posso Donarvi” si alzò e bruscamente estrasse la Spada dal fodero e la alzò in aria ”..Eccola la mia piccola al tuo servizio Amica mia…”

Si sedette prese la pergamena e la consegnò alla Baronessa,era di colore giallastro,chiusa con il sigillo del Baronato dicendoLe: “Questo è il mio Testamento, ho riflettuto tanto prima di scriverlo ma ho deciso che era la soluzione migliore. Ho deciso di affidarlo a te anche perché sarà tutto tuo quando morirò. il mio Feudo di Tirano sarà tuo i miei averi saranno tuoi.

Il piccolo pensiero che ti ho portato te lo darò a cena,non prima”

- Mia Cara lo sapete che sono restio a questo tipo di cose aristoteliche e amorose,sapete quanto io ami la mia Spada e quanto la tradisca con la mia Ascia, e poi Voi siete già occupata .. -

A queste parole Maria Costanza scoppiò a ridere, non era affatto serio e una battuta di quel genere da lui, amico da anni, l'accettava ridendoci di gusto.

- William! Sfacciato! - , disse dandogli uno schiaffo leggero sulla manica del vestito, come a prenderlo in giro, - dovrò pensarci io a trovarvi una buona moglie, ho già trovato un marito a mia figlia Sarah Joey, del tutto per caso tra l'altro, Aristotele non voglia che fallisca proprio con voi! -

Era molto contenta di rivederlo, amico fedele e leale sempre nonostante le difficoltà dei caratteri forti che spesso si scontravano, persone di valore quanto William erano rare da trovare e lui più di tutti era davvero felice di vederla sposata con Diego, tanti ''amici'' si erano allontanati per la fama ambigua del suo amato consorte ma non William, aveva capito benissimo quanto fosse forte l'amore per il marito e questo gli bastava per restarle vicino anche contro l'opinione pubblica di moltissime persone.

Accomodati al tavolo, William iniziò a parlare e lei lo ascoltò attenta:

- Mia Cara bando alle ciance, sono corso appena ho saputo di quello che è successo, il processo per tradimento del quale siete accusati e sono qua per sostenervi con tutti i mezzi che posso Donarvi.. - , disse con impeto e all'improvviso estrasse la spada, - Eccola la mia piccola al tuo servizio Amica mia... -

Impressionata dal gesto gli si rivolse con sincera ammirazione:

- William ho sempre saputo di poter contare sul vostro sostegno, nonostante ci siano poche occasioni di incontrarci, orso che non siete altro e poco avezzo alle questioni di corte, una delle poche certezze siete proprio Voi con la sicurezza che se dovessi avere problemi sareste tra i primi ad accorrere. -

Lentamente prese qualcosa dalla tasca, una pergamena, e gliela consegnò. Non capiva così attese che fosse lui a spiegargli prima di aprirla.

Questo è il mio Testamento, ho riflettuto tanto prima di scriverlo ma ho deciso che era la soluzione migliore. Ho deciso di affidarlo a te anche perché sarà tutto tuo quando morirò. il mio Feudo di Tirano sarà tuo i miei averi saranno tuoi.

Il piccolo pensiero che ti ho portato te lo darò a cena,non prima -

Senza parole rimase a guardarlo, quella era di certo l'ultima cosa che si sarebbe aspettata, riscossasi richiamò il Maresca, rimasto a debita distanza nel grande salone.

- Gianpaolo portate questo documento nella tesoreria di Palazzo, che sia custodito con la massima attenzione -

Inchinandosi prese consegna ed uscì, poi si rivolse ad un paggio:

- Andate, fate preparare un banchetto e servitelo qui -

Anch'egli se ne andò celere diretto verso le cucine.

- William, non abbiamo terminato di parlare, andiamo, passeggiamo per il Palazzo, vorrei mostrarvi la Pinacoteca, ci ho messo qualche mese, i lavori li ha gestiti l'Alberti ma devo dire che il finale è sicuramente meraviglioso -

Alzatasi gli fece strada, i corridoi avrebbero accolto le chiacchiere del nuovo venuto e le opere che con orgoglio aveva dipinto lei stessa e commissionato sarebbero state viste ed ammirate come meritavano.

William vide il gran camerlengo andare via con la pergamena del testamento,Nella sala del Tesoro doveva portarlo e custodirla generosamente.

Un altro inserviente aveva ordine di andare a preparare per la cena,Lui aveva molta fame ma la sua Carissima amica voleva fargli vedere la Pinacoteca e quindi anche la cena doveva aspettare,ma andava bene cosi, poco tempo passa con Maria che la cena non era la priorità,La priorità era passare tempo con lei

Si alzarono e lui prese il pacchetto che le aveva portato ,come detto glielo avrebbe consegnato più tardi.

”Andiamo in pinacoteca,trop bel” pensò il Barone

Sceserò le scale e via per il corridoio,dalla parte opposta all’entrata infatti scese le scale girarono a destra,nel frattempo chiccheravano amabilmente di assalti e processi,di nuove elezioni del ducato di Modena e di passate Elezioni del Ducato di Milano.

William era contento che lei avesse trovato l’amore,ma ben sapeva perché lo vedeva nei suoi occhi che non era completamente felice,qualcosa aveva,non era del tutto perfetto come si augurava per la sua Amica,fedele.

Lei aprì una porta che cigolò lentamente,poi una seconda,li accolse un grande tavolo imperioso ,maestoso pieno di pergamene non ordinate,dovute al gran lavoro di quei tempi e sopra i ritratti.

Soggetti ricorrenti Lei,Lui e il figlio ,lei vestita di rosso e di damasco, lei con il figlio,lui il grande condottiero insomma la Famiglia al completo.

William guardò tutte le opere soffermandosi su quella intitolata “La Fenice” e disse:

”Un titolo adatto a Te Mia nobildonna” e si protese in un inchino in segno di rispetto

”Dei quadri Bellissimi,non devi aver badato a spese e poi ho notato che ti sei cimentata nella pittura con risultati discreti,una dote nascosta la pittura.Brava”

”Dei quadri Bellissimi,non devi aver badato a spese e poi ho notato che ti sei cimentata nella pittura con risultati discreti,una dote nascosta la pittura.Brava”

Maria Costanza sorrise a quell'affermazione, non aveva mai fatto nulla per mettere in mostra quella sua passione eppure, all'occasione della pinacoteca, non aveva resistito esponendo per la prima volta all'occhio di chiunque fosse venuto in visita anche i suoi lavori.

- Sei sempre gentile Will, so bene che tu vedi ben oltre quel che dici -, mormorò davvero contenta.

Molte opere ancora mancavano all'esposizione, gli artisti chiamati stavano adoperandosi affinchè le commissioni giungessero per i tempi stabiliti, la pinacoteca di certo si sarebbe arricchita, per ora, di molti altri quadri ed, in futuro, anche di opere scritte come poesie, musiche e testi teatrali.

Invitando l'amico lo condusse fuori, di nuovo verso il salone delle udienze dove la cena, annunciata da Ginevra, li attendeva.